Pare ci voglia, in estate, una qualsivoglia polemica per
arroventare gli animi che ancora non fossero già troppo ardenti. Pare.
E così, sul finire dell’agosto 2017, la polemica è stata
innestata dalle parole del giornalista Francesco Musolino che, sulle pagine de
Il Fatto Quotidiano, ha raccolto ciò che i giovani autori non leggono: i grandi
classici della letteratura che vengono snobbati da chi, la letteratura, la fa o
prova a farla oggi. Andrea Marcolongo, da mesi in classifica con “La lingua
geniale”, confessa di non reggere (né leggere) Dostoevskji, mentre “Alla
ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust sarebbe… una perdita di tempo
secondo Cristina Di Canio e c’è pure chi, come Crocifisso Dentello, millanta
letture classiche solo per far colpo sulle ragazze (aveva spergiurato di aver
letto ed adorato Virginia Woolf: menzogna immane!).
Fin qui le confessioni dei giovani autori, ma dove sta la
polemica? È nata dopo che Andrea Caterini, dalle pagine de Il Giornale, ha titolato
“Ora gli “autori” si vantano di non aver letto i classici”, virgolettando la
parola autori e non risparmiando sulle critiche: “Ma loro sono spavaldi,
vogliono essere giovani, scrivere liberamente i loro libri e avere per modello,
che so? I Simpson o South Park, perché quella sì che è la cultura che va di
moda!”, scrive, pur riconoscendo che, ovviamente, nessuno ha letto tutto.
La “grande colpa” secondo Caterini sarebbe, insomma, non il
fatto di non aver avuto tempo o modo di leggere uno o più grandi classici della
letteratura, quanto il fatto di farsene un vanto.
Gli animi, poi, si sono scaldati sui social network, fino ad
arroventare le discussioni virtuali di chi sta seduto davanti ad un monitor e
reali di chi battibecca col vicino d’ombrellone.
Come è giusto che sia, anche questa estate ha avuto la sua polemica.
Come è giusto che sia, anche questa estate ha avuto la sua polemica.
E voi? Quale classico della letteratura avete amato e quale
invece non avete finito o vi rifiutate persino di iniziare a leggere?
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